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Giancarlo Macciantelli©2013

Don Giuseppe Lodi

 

 

 

E ARRIVO' ANCHE L'ULTIMA SETTIMANA DEL MESE DI SETTEMBRE 1944.

L'AUTUNNO SI ERA GIA' MANIFESTATO  IN TUTTO IL SUO ESSERE, ANCHE NEL NOSTRO APPENNINO. 

A GAGGIO MONTANO SI SUCCEDEVANO GIORNATE CON PIOGGIA LEGGERA AD ALTRE CON BANCHI DI NEBBIA, SIA LUNGO IL TORRENTE SILLA, SIA SUI CRINALI  SOVRASTANTI IL PAESE.    LE DETONAZIONI DELL'ARTIGLIERIA TEDESCA, CHE SPARAVA VERSO LA TOSCANA, ERANO LA PIU' PRECISA NOTIZIA CHE LE TRUPPE AMERICANE STAVANO AVVICINANDOSI ALLA NOSTRA ZONA.

GLI UOMINI CHE AVEVANO CONOSCIUTO LE ATROCITA' DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE, ERANO VISIBILMENTE PREOCCUPATI E NOI RAGAZZI CERCAVAMO DI LEGGERE SUI LORO VOLTI COSA POTEVA SIGNIFICARE L'ESSERE COINVOLTI IN UNA "GUERRA IN CASA". 

INTERE FAMIGLIE AVEVANO ABBANDONATO BOLOGNA E SI ERANO RIFUGIATE NEI VARI PAESI DELL'APPENNINO, RITENENDOSI PIU' SICURE, IN ZONE LONTANE DA POSSIBILI OBIETTIVI AEREI.

MIO PADRE, CHE AVEVA PARTECIPATO ALLA GUERRA 1915/1918 IN UN REPARTO DI ARTIGLIERIA ALPINA, GUARDAVA VERSO LA SOMMITA'  DEI MONTI CHE SONO ATTORNO A GAGGIO ED AI VICINI DI CASA NON NASCONDEVA LA  PROPRIA PREOCCUPAZIONE, SPIEGANDO CHE QUEI MONTI ERANO UN NATURALE PUNTO DI RESISTENZA DEI TEDESCHI PER CONTRASTARE L'AVANZATA AMERICANA E PER CONTROLLARE LA STATALE 64, PER CUI SOSPETTAVA CHE IL FRONTE SI SAREBBE FERMATO PROPRIO NELLA NOSTRA VALLATA.

INTANTO, ALCUNE COLONNE DELL'ESERCITO TEDESCO CONTINUAVANO A RITIRARSI VERSO SETTENTRIONE.

E COSI' GIUNSE ANCHE IL 28 SETTEMBRE, UNA GIORNATA GRIGIA COME TANTE ALTRE, MA UNA GIORNATA CHE PURTROPPO RIMARRA' NELLA MIA MEMORIA PER IL TERRORE CHE COLSE SIA LA MIA FAMIGLIA, CHE QUELLE VICINE.

A POCHI METRI DA NOI, AL "POGGIO" IN VIA TANARI, C'ERA UNA CASA COLONICA ABITATA DALLA FAMIGLIA MATTAROZZI. 

IL VECCHIO PADRE - UN UOMO DAL GRANDE CUORE - IL SIG.GIOVANNI, DETTO IL CUOCO, DUE SUOI FIGLI : MARCO E VITO, ED IL GENERO, ERANO DA GIORNI SALITI VERSO IL CRINALE E SOSTAVANO NEI PRESSI DEL GRUPPO DI CASE DENOMINATE RONCHIDOS.

NELLA STESSA ZONA SI ERA DA POCO TRASFERITA UNA FAMIGLIA DI BOLOGNA: LA FAMIGLIA LODI CHE, IN PRECEDENZA AVEVA TROVATO ALLOGGIO  IN CASE DEL CENTRO DI GAGGIO.    UNA DI QUESTE ERA VICINA ALLA MIA DIMORA E COSI' LA SIG.RA DINA ED IL FIGLIO VINCENZO , STUDENTE UNIVERSITARIO IN MEDICINA ED AMICO DI VIRGILIO BETTINI, VARIE VOLTE SI FERMAVANO A PARLARE CON NOI.

IL CAPO FAMIGLIA, IL  SIG.PIETRO, MACCHINISTA DELLE FERROVIE A BOLOGNA ERA IN CONTATTO CON MIO PADRE, ANCH'EGLI FERROVIERE A BOLOGNA, ENTRAMBI MILITARIZZATI, ED IO QUALCHE VOLTA, TRAMITE UN MIO ZIO ABITANTE IN PORRETTA, PORTAVO A GAGGIO LE NOTIZIE CIRCA LO SCAMPATO PERICOLO DI MIO PADRE E DEL SIG.PIETRO, CHE LO STESSO MIO ZIO RACCOGLIEVA TRAMITE IL TELEFONO INTERNO DELLE FF.SS. DOPO I BOMBARDAMENTI AEREI SU BOLOGNA. 

I SIGG.LODI AVEVANO ANCHE UN ALTRO FIGLIO : GIUSEPPE, CHIAMATO DAL SIGNORE IDDIO AD UNA VOCAZIONE SACERDOTALE.

DA RAGAZZO IN POI, RITORNANDO CON LA MENTE A QUEL GIOVANE ALTO, MAGRO, DALLO SGUARDO SERENO CHE TRASPIRAVA DOLCEZZA, HO SEMPRE PENSATO  QUALE GRANDE DONO POTEVA ESSERE PER DEI GENITORI AVERE UN FIGLIO IN ABITO TALARE, UN UOMO DESTINATO AL SACERDOZIO, UN UOMO CHE AVREBBE RICEVUTO DA DIO IL POTERE DI CONCEDERE IL PERDONO, INVOCANDO LA MISERICORDIA DEL PADRE.   

E QUESTA ERA LA STRADA PER GIUSEPPE LODI, DA NOI RAGAZZI CONOSCIUTO ED AMATO COME "DON PINO" , SIA PURE PER UN TEMPO TROPPO BREVE.

MA,  LE CIRCOSTANZE RISERVARONO A DON PINO IL MARTIRIO. 

SEMINARISTA DELLA CHIESA BOLOGNESE, DA POCHI GIORNI NOMINATO DIACONO  DA S.E. IL CARDINALE NASALLI ROCCA, ERA CONOSCIUTO DA RAGAZZO, ASSIEME AL FRATELLO VINCENZO  (ENZO PER GLI AMICI ) NELL'ORATORIO SALESIANO DELLA PARROCCHIA  DEDICATA AL SACRO CUORE DI GESU' IN BOLOGNA. 

INFATTI, ABITANDO LA FAMIGLIA LODI IN VIA MAZZA, ERA VICINA  ALLA CHIESA GESTITA DAI SALESIANI, CHE PROPRIO QUEST'ANNO  CELEBRANO I CENTO ANNI DI  PERMANENZA A BOLOGNA. E CHI E' STATO IN UN ORATORIO SALESIANO, HA SICURAMENTE CONOSCIUTO L'AMORE CHE DON BOSCO ED I SUOI SUCCESSORI HANNO SEMPRE AVUTO VERSO I GIOVANI.

QUANDO DON PINO GIUNSE A GAGGIO, NON SI LIMITO' A COLLABORARE CON L'ANZIANO ARCIPRETE  DON MARCHI, MA INIZIO' AD ATTIRARE A SE' I RAGAZZI  DELLE CASE VICINE ALLA CHIESA E  QUELLI CHE NON AVEVANO IMPEGNI DI LAVORO NELLE FATTORIE.

PURTROPPO PER QUESTI ULTIMI IL TEMPO LIBERO ERA QUASI  INESISTENTE.               ESSENDO IO UNO STUDENTE, EBBI LA FORTUNA DI CONOSCERLO E QUANDO POTEVO , DI STARGLI  VICINO. 

DON PINO SI SEDEVA SUI GRADINI DELLA CHIESA DI GAGGIO E PARLAVA CON NOI RAGAZZI E CI ASCOLTAVA E CI CONSIGLIAVA.

MA LA SUA PRESENZA NELLA PARTE VECCHIA DEL PAESE NON DURO' A LUNGO. 

LA FAMIGLIA LODI PREFERI' ALLONTANARSI DALLE STRADE DI GRANDE COMUNICAZIONE E SI TRASFERI' IN UNA ZONA RITENUTA PIU' TRANQUILLA, A MONTE DEL PAESE DI GAGGIO.

IL 28  SETTEMBRE, IMPROVVISAMENTE, SENTIMMO SECCHE RAFFICHE DI MITRAGLIATRICE PROVENIRE DALLE FATTORIE DI RONCHIDOS, ALCUNI PROIETTILI DIRETTI VERSO IL PAESE, SIBILARONO ATTORNO ALLA MIA CASA.

LA NEBBIA CI IMPEDIVA DI VEDERE COSA STESSE ACCADENDO.

IL NON SAPERE, IL NON CONOSCERE GLI EVENTI, FACEVA CRESCERE IN NOI L'ANGOSCIA PIU' TREMENDA.  

ERA LA GUERRA ! 

IL PENSIERO CHE GLI SCONTRI POTESSERO SPOSTARSI VERSO IL CENTRO DEL PAESE, LA CONOSCENZA DI CIO' CHE SIGNIFICAVA LA RAPPRESAGLIA TEDESCA, IN BASE ALLA DISUMANA LEGGE NAZISTA, ERA FONTE DI UNO SPAVENTO NON  CONTROLLABILE.  

I NERVI ERANO A PEZZI.

IO ERO STESO A TERRA IN CASA AL DI SOTTO DEL DAVANZALE DELLA FINESTRA CHE ERA IN DIREZIONE DEL MONTE, ERA LA POSIZIONE PIU' SICURA PER EVITARE EVENTUALI PROIETTILI VAGANTI, CHE POTEVANO ENTRARE DALLA FINESTRA.

CON UN FAZZOLETTO BAGNATO  POSTO DAVANTI AL NASO ED ALLA BOCCA, TENTAVO INUTILMENTE DI  IMPEDIRE DI RESPIRARE L'ACRE ODORE DELLA CARNE UMANA CHE STAVA  BRUCIANDO.

PENSAVAMO ALLA FAMIGLIA LODI ED AI QUATTRO UOMINI DELLA FAMIGLIA  MATTAROZZI.    SAPEVAMO CHE IN RONCHIDOS, SI ERANO RACCOLTI DIVERSI GIOVANI CHE AVEVANO RIFIUTATO LA FOLLIA DELLA LEVA "REPUBBLICHINA", QUELLA CIOE' DELLA R.S.I., FILO-NAZISTA.    ERANO QUASI TUTTI GIOVANI DEL PAESE, CON POCHE ARMI  E POCHE MUNIZIONI E NON CERTO IN GRADO DI SOSTENERE UNO SCONTRO PROLUNGATO CON UN REPARTO TEDESCO. 

QUEL GIORNO, AD UN TRATTO, SUL MONTE, LA NEBBIA SI DIRADO'  ED I GIOVANI PARTIGIANI DELLA BRIGATA “GIUSTIZIA E LIBERTA'” SI TROVARONO DAVANTI  UNA COLONNA TEDESCA IN RITIRATA. 

LO SCAMBIO DI SPARI FU IMMEDIATO, POI I PARTIGIANI FURONO COSTRETTI A SGANCIARSI.

I TEDESCHI RIMASERO SUL POSTO ALCUNI GIORNI, DAL 28 SETTEMBRE AL 4 OTTOBRE 1944 ABBANDONANDOSI ALLE ATROCITA' DESCRITTE NEI NUMERI  9, 10, 11, 13 E 16 DELLA RIVISTA "GENTE DI GAGGIO". 

IN SEGUITO I PARTIGIANI SALIRONO  A CASON DELL'ALTA E TROVARONO I CADAVERI BRUCIATI. NUMEROSI CORPI ERANO AMMASSATI.

SINO ALLA PRIMAVERA DEL 1945 NON FU POSSIBILE RACCOGLIERE CIO' CHE RIMANEVA DELLE  69 SALME.

 

DA UNA TESTIMONIANZA VERBALE, CHE DI RECENTE MI HA FATTO UNA SIGNORA,  DA ME PERSONALMENTE  CONOSCIUTA, RISULTA CHE LA MAMMA DI DON PINO, LA SIGNORA DINA, RIFIUTO' DI ABBANDONARE IL MARITO ED I FIGLI E VOLLE RESTARE CON LORO, RINCHIUSI IN UN CASONE  ADIBITO A RIPARO DI ATTREZZI AGRICOLI.

IN QUEI GIORNI FURONO UCCISI VECCHI, DONNE E ANCHE BAMBINI DI POCHI ANNI, UNO AVEVA TRE MESI.

 

UN LONTANO E VAGO RICORDO, CHE PERO' NON POSSO GARANTIRE DATO I LUNGHI ANNI PASSATI, MI TORNA ALLA MENTE E COME IN UN SOGNO MI SEMBRA DI RISENTIRE LA VOCE DI UN'ALTRA DONNA DI MEZZA ETA' CHE, FUGGENDO DA RONCHIDOS E PASSANDO DAVANTI ALLA MIA CASA, DISSE CHE A DON PINO, DOPO AVERLO INSULTATO GLI FU LEGATA UNA  FASCINA DI BACCHETTI ATTORNO AL CORPO E POI GLI FU DATO FUOCO.

PURTROPPO MANCANO LE PROVE, POICHE' TUTTE LE PERSONE CHE FURONO PORTATE AL CASON DELL'ALTA, FURONO MASSACRATE.

IL ROSARIO DI DON PINO FU RINTRACCIATO DOPO ALCUNI MESI ED IDENTIFICATO COME SUO, MANCANTE PERO' DEL TRATTO FINALE PORTANTE IL CROCIFISSO, PROBABILMENTE STRAPPATO COME ULTIMO SACRILEGO OLTRAGGIO.

 

ATTUALMENTE I RESTI DEL ROSARIO , SONO ESPOSTI IN UNA TECA NELLA CHIESA DI SANTA MARIA GORETTI IN  BOLOGNA.

ANCHE UN PEZZETTO BRUCIACCHIATO DELLA TONACA DI DON PINO FU RITROVATO, MA IN SEGUITO SMARRITO. 

 

SUI CORPI FU GETTATA DELLA PAGLIA, PRELEVATA DA UN  VICINO PAGLIAIO, INTRISA DI BENZINA E POI INCENDIATA.

 

UNA SIGNORA DELLA FAMIGLIA MATTAROZZI, RECENTEMENTE MI HA DICHIARATO CHE DOPO CHE  I TEDESCHI  SI RITIRARONO DAL CRINALE  DI RONCHIDOS, SALI' SUL MONTE ASSIEME AD ALTRI ED IDENTIFICO' LE SALME DEL PROPRIO FRATELLO  E DEL COGNATO, DAI RESIDUI DI UNA MAGLIA DI LANA DA LEI CONFEZIONATA A MANO E DA UN PAIO DI SCARPONI PARTICOLARI.

I CORPI BRUCIATI, ERANO DECAPITATI.

DA UNA TESTE OCULARE CHE RIUSCI' A FUGGIRE, MI E' STATO DICHIARATO CHE MENTRE DON PINO, I PROPRI FAMILIARI ED ALTRE PERSONE ERANO  RACCHIUSI IN UN ANGUSTO LOCALE, PER POI ESSERE UCCISI, UN UOMO DI MEZZA ETA', CHE ERA ASSIEME A LORO,  COLTO DALLA PAURA DELLA MORTE ED IN PREDA ALLA PIU' ECCITATA DISPERAZIONE, INIZIO' A PIANGERE ED A URLARE.  

DON PINO INTERVENNE, LO RICHIAMO' CON FERMEZZA IMPEDENDO QUINDI CHE IL TERRORE SI IMPADRONISSE ANCHE DEGLI ALTRI SVENTURATI E LO RINCUORO'. 

CONOSCENDO L'IMPEGNO RELIGIOSO E LA FERMA VOCAZIONE  SACERDOTALE DI DON PINO, RITENGO DI POTER PENSARE, CON LARGHI MARGINI DI SICUREZZA, CHE DON PINO ABBIA CONFORTATO CON LA PAROLA, CON LA PREGHIERA E CON LA SERENA PRESENZA, QUEI POVERI INNOCENTI CHE ORMAI SAPEVANO DI DOVERSI PREPARARE ALL'INCONTRO CON IL NOSTRO DIO DI MISERICORDIA.  

 

DURANTE LA RACCOLTA DELLE FIRME, PER L'INTESTAZIONE DI UNA STRADA IN GAGGIO MONTANO QUALE RICORDO DI DON PINO, L'UNICO RELIGIOSO PRESENTE IN RONCHIDOS, E' STATA SCRITTA LA SEGUENTE INVOCAZIONE :

"DON PINO LODI, PREGA IDDIO PADRE ONNIPOTENTE AFFINCHE' CONCEDA LA PACE ETERNA ED IL PERDONO A COLORO CHE TI HANNO UCCISO ED A NOI, CHE CERCHIAMO DI ONORARTI, L'ACCRESCIMENTO DELLA NOSTRA FEDE.  AMEN."

CON L'INVITO A CHIUNQUE DI RIPETERLA.

CHE IDDIO ONNIPOTENTE ACCOLGA LA NOSTRA PREGHIERA ANCHE IN SUFFRAGIO DI TUTTI I MARTIRI DI RONCHIDOS !